LA VERA BELLEZZA DELL'AGRICOLTURA 
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Da quando l'uomo è diventato agricoltore, circa 10.000 anni fa, il terreno è stato considerato legato alla divinità, quando non esso stesso una divinità. La terra era simbolo di fertilità e veniva considerata la grande madre degli dei. Nutre le piante (che a loro volta danno nutrimento agli altri animali e all'uomo, a cui forniscono anche materie prime), ospita batteri, funghi e un numero enorme di invertebrati e vertebrati… 

Un certo carattere sacrale dell'agricoltura è durato da 10.000 anni fa fino a metà del diciannovesimo secolo, quando il barone tedesco Justus Von Liebig (1803-1873, più noto al grande pubblico, ahimè, per l'estratto di carne, i dadi o le figurine che portano il suo nome) introdusse le sostanze chimiche di sintesi in agricoltura. 

Liebig studiò le caratteristiche del suolo, scoprendo che le piante ne riducevano la fertilità, asportandone gli elementi necessari per il loro nutrimento. Scoprì anche che le piante si nutrono di sostanze minerali. Sembra una scoperta da poco, ma fu rivoluzionaria, sia dal punto di vista tecnico che da quello culturale: crollavano le vecchie concezioni e si abbatteva per sempre la distinzione tra mondo organico e inorganico. Dai suoi studi scaturì la teoria in base alla quale, per ottenere raccolti adeguati, ciascuno dei nutrienti doveva essere presente in quantità superiore a quella asportata dalle coltivazioni. 

Liebig è stato eletto a supremo nume dell'industria chimica, si è visto dedicare premi per la ricerca agraria (anche le omonime figurine, ma questa è un'altra storia); concettualmente, i busti che lo commemorano negli atri delle scuole e degli istituti che gli sono intitolati o lo ricordano ai posteri, non sono realizzati in pietra o fusioni di bronzo, ma in NPK, azoto-fosforo-potassio, la semplificazione estrema delle sue intuizioni. 

Nessuna industria chimica, nessun istituto professionale per l'agricoltura o nessuna facoltà di scienze agrarie, però, ristampa o mette in biblioteca il testamento del barone Justus. È un documento di grande spessore umano, con cui Liebig ammette di aver basato la sua intera vita professionale su fondamenta errate (che costituiscono tuttora la base -errata- di tutta la ricerca universitaria, non a caso finanziata dall'industria chimica). Suppliamo a questa carenza: 

"Sfortunatamente la vera bellezza dell'agricoltura, con i suoi stimolanti principi intellettuali è quasi misconosciuta. L'arte dell'agricoltura si perderà per colpa di insegnanti ignoranti, ascientifici e miopi che convinceranno gli agricoltori a riporre tutte le loro speranze in rimedi universali, che non esistono in natura. Seguendo i loro consigli, abbagliati da risultati effimeri, gli agricoltori dimenticheranno il suolo e perderanno di vista il suo valore intrinseco e la sua influenza (…) 

Confesso volentieri che l'impiego dei concimi chimici era fondato su supposizioni che non esistono nella realtà. Questi concimi dovevano condurre a una rivoluzione totale dell'agricoltura. Il concime di stalla doveva essere completamente abbandonato, e tutte le sostanze minerali asportate dalle coltivazioni dovevano venire rimpiazzare con concimi minerali. Il concime avrebbe permesso di coltivare sullo stesso campo, con continuità e in modo inesauribile, sempre la stessa pianta, il trifoglio, il grano ecc., secondo il piacere e le necessità dell'agricoltore. 

Avevo peccato contro la saggezza del creatore e ho ricevuto la giusta punizione. Ho voluto portare un miglioramento alla sua opera e nella mia cecità, ho creduto che nella meravigliosa catena delle leggi che uniscono la vita alla superficie della terra, rinnovandola continuamente, ci fosse un anello mancante, che io, questa debole e impotente nullità, potessi rimpiazzarlo. 

La mia ricerca sul suolo mi conduce ora a dichiarare che sulla superficie esterna della terra, la vita biologica si svilupperà sotto l'influenza del sole. Il grande maestro e costruttore ha dato ai frammenti della terra la capacità di attrarsi e di contenere in sé tutti gli elementi necessari per nutrire piante e animali, così come un magnete trattiene le particelle di ferro, senza perderne neppure una. Il nostro maestro ha aggiunto una seconda legge alla prima. 

In base ad essa, le piante e la terra con cui sono in relazione diventano un enorme apparato di purificazione per le acque. Con questa particolare abilità, la terra rimuove dall'acqua tutte le sostanze pericolose per l'uomo e gli animali, tutti i prodotti del decadimento e della putrefazione, sia che derivino dagli animali che dai vegetali. 

Quello che può giustificare il mio comportamento è la circostanza che l'uomo è un prodotto del suo tempo, e riesce a liberarsi dalle opinioni comuni solo sotto una violenta pressione che lo spinga a radunare tutte le sue forze per liberarsi da queste catene di errati condizionamenti. 

L'opinione che le piante potessero trarre il loro nutrimento da una soluzione formata nel suolo con l'acqua piovana era un'opinione diffusa, ed era scolpita nella mia mente. È stata questa opinione sbagliata la fonte del mio assurdo comportamento. Quando un chimico sbaglia nella stima dei fertilizzanti, non siate troppo critici verso i suoi errori, perché ha basato la sua conclusione su fatti che non può conoscere dalla sua esperienza, ma, piuttosto, che ha tratto da testi di agricoltura che considera giusti e affidabili. 

Dopo che ho imparato il motivo per cui i miei fertilizzanti non erano efficaci nel modo giusto, mi sono sentito come una persona che ha ricevuto una nuova vita. Finalmente tutti i processi di coltivazione si possono spiegare sulla base delle leggi naturali che li governano. Ora che il principio è noto e chiaro agli occhi di tutti, rimane solo lo stupore per non averlo scoperto molto tempo fa. 

Ma lo spirito umano è una cosa molto strana, e così quello che non si adatta perfettamente allo schema del pensiero comune, semplicemente non esiste". 

Nota: Il testo del testamento di Liebig è stato pubblicato su: "Fauna in soil ecosystems: recycling processes, nutrient fluxes and agricultural production" (a cura di Gero Benckiser, Marcel Dekker, 1997). Traduzione italiana di Roberto Pinton.


Desidero ringraziare il Dott. Ivo Bertaina, Presidente di Agri Bio Piemonte, che gentilmente mi ha concesso di riportare questo importante documento

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